Il termine tedesco Gestalt (participio passato di von Augen gestellt) significa ‘posizionato davanti agli occhi’, ‘ciò che compare allo sguardo’, ovvero ‘forma’. La Gestalt passa alla storia come teoria della forma, ovvero di tutto ciò che può essere percepito.
La Gestaltpsychologie o psicologia della forma si sviluppò, a Berlino all’inizio del XX secolo, come movimento che si opponeva allo strutturalismo vigente. Il motto per antonomasia dei gestaltisti fu: “Il tutto è più della somma delle singole parti”, il cui significato sottolinea che la totalità del percepito è molto di più della somma dalle singole attivazioni sensoriali, ma è caratterizzato da ‘un qualcosa’ che permette di comprendere la forma nella sua totalità.
Un campo percettivo è un sistema dinamico che tende a strutturarsi e nel quale le singole forme compaiono bene già organizzate; le relazioni intrinseche alle forme, ne costituiscono il significato, che è immediato.
L’emergere delle forme in un campo percettivo è dovuto alle condizioni del campo e alle relazioni formali esistenti tra gli elementi del campo stesso, relazioni che sono quelle di somiglianza, vicinanza, simmetria, chiusura, continuità.
Le forme si distinguono dallo sfondo, che è indefinito, come figure unitarie: sono più o meno complesse, buone e forti; le buone forme tendono a persistere e si caratterizzano per la pregnanza, le forme sono più o meno forti secondo la maggiore o minore facilità della loro analisi.
Approfondimenti:
http://www.liceisgv.gov.it/…/la-psicologia-della-gestalt-e…/