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Cos’è l’architettura sostenibile

Definizione, principi e progetti famosi [sintesi]

L’espressione architettura sostenibile dilaga nel mondo dell’edilizia ma stenta ad affermarsi. Ecco cosa significa e come riconoscerla.

di FEDERICA GAROFALO © (LIFEGATE)
https://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/architettura-sostenibile

L’architettura sostenibile e le tematiche ambientali sono entrate a pieno diritto nell’agenda delle imprese, delle comunità locali ed internazionali. E le persone non possono più farne a meno. La parola “sostenibilità” e l’etichetta “architettura sostenibile” dilagano tra architetti e designer fondamentalmente per due ragioni: funzionali e formali. Ogni oggetto che sia sostenibile deve far trapelare consapevolezza ecologica, quindi attraverso la propria immagine; la sua funzionalità si relaziona al suo rapporto nei confronti dell’ambiente.

Definire l’architettura sostenibile: i principi

L’architettura sostenibile progetta e costruisce edifici per limitare l’impatto ambientale, ponendosi come finalità progettuali l’efficienza energetica, il miglioramento della salute, del comfort e della qualità della fruizione degli abitanti, raggiungibili mediante l’integrazione nell’edificio di strutture e tecnologie appropriate. Fare architettura sostenibile significa saper costruire e gestire un’edilizia in grado di soddisfare al meglio i bisogni e le richieste dei committenti, tenendo conto già dalla fase embrionale del progetto i ritmi e le risorse naturali, senza arrecare danno o disagio agli altri e all’ambiente, cercando di inserirsi armoniosamente nel contesto, pensando quindi anche ad un riuso totale dello spazio e dei materiali.

Progetti ed esempi di architettura sostenibile

Progettare un’architettura sostenibile significa considerare elementi fondamentali del processo di progettazione tra cui l’orientamento, il soleggiamento e l’ombreggiamento prodotto dalle preesistenze, i fattori di ventilazione naturale, ma anche l’adozione di sistemi alimentati da biomasse, sistemi domotici di gestione, sistemi di sfruttamento e gestione dell’energia rinnovabile, tutto ciò realizzato e integrato con materiali studiati appositamente per interagire con l’ambiente e con le sue caratteristiche peculiari.

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La carta vincente di un progetto architettonico o urbanistico non sta solo nelle scelte che lo rendono ecologico, ma anche in ciò che definisce i comportamenti che gli abitanti dell’edificio o del quartiere devono seguire per vivere quindi riducendo al minimo gli sprechi e i consumi energetici non solo all’interno del quartiere, ma in tutta la città.

Strategie per l’architettura sostenibile

La sostenibilità del progetto è un’esigenza più che una caratteristica e lo è sempre stata fin dai tempi delle piramidi egizie. Pietre miliari odierne dell’architettura sostenibile di successo, che ne incarnano a pieno i principi, si trovano sempre più spesso nei paesi in via di sviluppo, dove a farla da patrona sono i materiali e la forza lavoro locali e la comunità.

La Makoko Floating School a Lagos, in Nigeria di Nlè Architects incarna un approccio progettuale decisamente innovativo dove la comunità e i relativi problemi causati dai cambiamenti climatici sono al centro del progetto. Lo studio di progettazione ha pienamente carpito i limiti e le qualità del territorio, nonché le abitudini culturali della popolazione in un progetto culminato in uno spazio scolastico emerso da materiali di riuso.

Architetture di questo genere sono fortunatamente sempre più diffuse, ma rimangono ad oggi una piccolissima percentuale sul totale del costruito. Il problema formale la fa da padrone, l’immagine detta la legge. Ma l’immagine “sostenibile” rischia così di essere banalizzata e di tradursi in una casetta di legno dalla forma vagamente rassicurante e quindi, per un luogo comune, ecologica. L’immagine dunque rischia di essere più importante della sostanza?

Spesso si etichetta come “green” un edificio che lo è solo di facciata. Il semplice uso dei pannelli solari non rende un edificio sostenibile; lo rende più sostenibile dal punto di vista energetico, ma la sostenibilità si considera nel complesso delle sue parti che coinvolgono processi sia sociali che economici. L’abitudine di definire come sostenibili edifici che non lo sono è diventato un fenomeno talmente diffuso che esiste un termine specifico per identificarlo: greenwashing.

A livello mondiale abbiamo tanti esempi di greenwashing; alcuni tra i più eclatanti sono Tishman Speyer’s Hudson Yards, a New York, e il Wilshire Project, a Los Angeles.

I materiali da usare nell’architettura sostenibile

Uno degli obiettivi principali di chi si cimenta nel campo dell’architettura sostenibile è quello di riciclare per intero o quasi i prodotti dell’architettura. Si dovrebbero costruire edifici scomponibili con elementi e materiali che possano essere facilmente recuperati, riutilizzati e smaltiti senza provocare ulteriori inquinamenti con un riciclaggio integrale o globale. Elementi moderni composti da strati diversi di materiali chimici incollati insieme pongono il serio problema della separazione prima del riciclo. La stessa demolizione del cemento armato richiede un immenso dispendio di energia. Progettare quindi edifici scomponibili e adattabili a nuovi usi diventa oggi una prerogativa che però ancora in pochi adottano.

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Altri esempi di successo di architetture sostenibili locate in città europee sono ad esempio il The Edge ad Amsterdam, il premiato Bosco Verticale a Milano e Eden Project in Cornwall, Regno Unito.

L’architettura sostenibile è quindi un approccio culturale più che un ramo dell’architettura tradizionale, che spinge il progettista a progettare e costruire riducendo al minimo l’impatto delle costruzioni sulla salute dell’uomo e sull’ambiente attraverso un limitato consumo di risorse non rinnovabili e l’utilizzo di materiali non nocivi al fine di salvaguardare il rapporto uomo-edificio-ambiente.

Quello che deve ancora realmente accadere è una rifondazione dei caratteri dell’architettura per rispondere ai problemi ambientali impossibili da ignorare. Purtroppo l’architettura non ha risposte immediate e rispecchia pienamente la complessità della trasformazione dei processi di assorbimento culturale, che richiedono tempo e convinzione per assorbire i nuovi approcci, come la sostenibilità del ciclo del progetto al 100 per cento, per un’architettura senza effetti collaterali negativi per la vita degli esseri viventi e del pianeta.

Fonte: https://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/architettura-sostenibile